Acqua Santa

L’Acqua Santa rappresenta la prima tangibile testimonianza relativa alla presenza di San Nicolò Politi in territorio alcarese. Secondo la tradizione, sfinito dal lungo cammino, Nicolò fu vinto da grande sete, quando vide improvvisamente sgorgare dalla nuda roccia, che aveva toccato con il suo bastone, limpide e fresche acque. Ringraziato Dio Padre e rinvigoritosi riprese così il cammino, che lo condusse infine alla sua nuova dimora, la grotta del Calanna (attuale Eremo).
Una serie di miracoli qui verificatisi, attestati da numerosi poeti locali, spinse i devoti alcaresi a realizzare un rudimentale santuarietto, probabilmente tra 1652 e 1725, dato che la testimonianza più antica risale al poemetto popolare di Placido Merlino, Lu Nicolau Eremita (1652), ristampato da Pier Domenico Jacopino Nonnato nel 1725.
L’antro in cui si trova la pozza d’acqua è racchiuso all’interno di una rurale cupoletta, ampiamente rimaneggiata nel corso dell’Ottocento dove, come scrisse il sacerdote adranita Salvatore Petronio Russo “invano cerchi la vena da cui esce o dove va a perdersi”. Settecentesco risulta invece l’altarino esterno sormontato da una croce e recante in basso il nome del mastro Agatino Emanuele.
Completamente restaurato nel 1993, il luogo è stato poi costantemente curato ed ampliato dal Comitato di San Nicolò Politi con l’introduzione di un nuovo altare e della statuetta interna (2004) nonché di un dipinto su pietra lavica (2011) che fa memoria del miracolo ivi avvenuto.
Il sito religioso viene raggiunto il 1° maggio di ogni anno, con la celebrazione di una messa che dà inizio ai primaverili festeggiamenti votivi in onore di San Nicolò Politi.

Testi di Nicola Bompiedi e Fabrizio Passalacqua

Foto di Giuseppe Cardillo e Fabrizio Passalacqua

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